Questo è il marketing

La parabola parla di un amico “nerd“ che ha da poco aperto un negozio di giochi in scatola, fumetti e modellismo.

La prima cosa che fa è dirlo ai propri amici, invitandoli a spargere la voce il più possibile tra conoscenti, in modo tale da portare un primo pubblico di appassionati.

Ovviamente questo è un primo step, non si campa coi soli amici. Vorrebbe fare del volantinaggio, ma sa bene che il suo è un pubblico di nicchia e non dispone di risorse sufficienti per un invio massiccio di volantini.

Allora decide che domenica andrà all’oratorio e con un megafono richiamerà l’attenzione di tutti i bambini per dirgli del suo nuovo negozio. E’ un’opportunità strategica importante che può giocarsi una volta sola, ha poco tempo prima che il prete lo cacci a pedate, e sa bene che è vietato sbagliare.

Serve uno stratagemma per far si che quella incursione sia il più efficace possibile.
Decide allora di andarci travestito da Goldrake, un celebre robot dei fumetti giapponesi. Si porta anche petardi, fuochi d’artificio e qualche decina di volantini stampati in casa.

Ha meno di un minuto per raccogliere l’attenzione di tutti, prima che sia troppo tardi. Entra nell’oratorio di corsa lanciando i suoi volantini, sparando petardi e gridando a squarciagola la celebre frase “Alabarda Spaziale!“. Tutti i bambini si girano. Pochi istanti dopo le bambine iniziano ad ignorarlo e i bambini sul campo di calcio iniziano ad insultarlo. Era tutto calcolato. Non sono loro il suo target. Poco prima della cacciata qualche bambino esce dalle aule dell’oratorio lasciando a metà la partita a flipper. Sono estasiati. Gli corrono incontro e raccolgono i suoi volantini.

Il giorno successivo la storia dell’Uomo Goldrake fa il giro della scuola. Qualcuno col cellulare lo ha filmato e condiviso il video su Facebook. In meno di una settimana l’amico nerd spopola sulla rete, il suo negozio prende vita, diventa una seconda casa per decine di ragazzini.

L’Uomo Goldrake non era nè un genio del marketing, nè uno stratega della comunicazione. Era semplicemente lui che interpretava se stesso. Senza paura, senza vergogna, ma con tutta la determinazione e la passione del mondo.

Questo è il marketing.

Fabio Riccardi