Chi sei tu?

In un mondo in cui l’inconsistenza ha offuscato la sostanza e ci siamo ridotti a chiedere alle macchine non solo di cosa dovremmo parlare, ma anche di farlo al posto nostro, mi rendo conto che il percorso che proponiamo con la nostra Marketing & Brand Therapy è più azzeccato che mai.

Tutto parte da una semplice domanda: chi sei tu?

Per meglio cogliere il senso di questa domanda faccio un salto all’indietro di quasi 25 anni, quando scrittori in erba e penne brillanti finalmente ebbero l’opportunità di scrivere e pubblicarsi senza bisogno di bussare invano alle porte delle case editrici.

Correvano i lontani anni 2000 e internet si preparava ad una grande rivoluzione: nascevano allora i primi blogger, ignorati dai telespettatori e sempre più amati dagli internauti. Erano quelli che scrivevano per il piacere di farlo, con argomenti sensati, parole sentite e idee originali. Il tutto senza mercificarsi e senza aspettarsi nulla in cambio.

Finché un giorno sarebbero stati proprio i media tradizionali a far luce su quel fenomeno in crescita: alle cronache balzarono i casi di alcuni blogger che generavano giri d’affari strepitosi in totale autonomia, “semplicemente” battendo le dita sulla tastiera.

Esplose il caso. Improvvisamente la rete si popolò di blogger, Blogger diventò la prima piattaforma al mondo per lo sviluppo di siti e le nuove celebrità del web erano dei perfetti sconosciuti col gusto della scrittura.

Ve lo immaginate? Aziende che avevano speso fortune per realizzare siti inutili che d’un tratto si confrontavano con ex dipendenti divenuti ricchi grazie ad un blog creato a costo zero.

Quindi? Quindi qualcuno si accorse che dietro il successo di questa gente c’era in primis l’algoritmo di Google, che indicizzava chi abbondava di contenuti interessanti e sfiduciava chi si ostinava a scrivere “siamo un’azienda giovane e dinamica”.

Partiva così la nuova corsa al nuovo oro: il copywriter. Tutte le aziende ne volevano uno, non importava che fosse bravo, non importava che padroneggiasse l’argomento di cui scriveva, l’importante è che facesse indicizzare il sito.

Testi senza anima e spesso senza senso invasero la rete con tematiche scelte unicamente per accontentare l’Algoritmo: l’argomento lo si decideva leggendo le statistiche, i contenuti venivano copiati da altri siti che facevano altrettanto e la lingua italiana veniva affossata affinché fosse meglio comprensibile a Google.

Storia del passato? No, è più attuale che mai. Solo che adesso a scrivere questi testi è un’intelligenza artificiale. Siamo passati da umani che scrivevano del nulla al Nulla che scrive del nulla.

Quindi di che ci lamentiamo? Se si stima che l’80% dei copywriter, designer e marketer è tranquillamente sostituibile da una AI rudimentale, forse qualche domanda dovremmo farcela.

Negli ultimi 10 anni le aziende hanno delegato la comunicazione ad agenzie improvvisate dimenticandosi che il marketing sta alla base di ogni relazione commerciale. È come se io per anni avessi pagato uno sconosciuto per andare al bar e flirtare al posto mio con la ragazza che mi piace, e ora lo faccio fare a un robot.

In fin dei conti che cosa è cambiato? Nulla, a parte lamentarsi che non si rimorchia più come una volta.

Inorridisci alla vista di questa prospettiva di vita?
Ti rifaccio la domanda: chi sei tu?

Fabio Riccardi