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Se ti chiedessi di scegliere un ambassador per la tua azienda, a chi penseresti?

A un testimonial? Sbagliato, questa è pubblicità.


A un cliente soddisfatto? No, questo è passaparola. A un amico? Ancora non ci siamo, questo è un favore. Fermi tutti, facciamo un passo indietro. Chi è un ambassador? Il glossario di marketing ci dice che un Ambassador, anche noto come il portavoce della marca, è il professionista interno o esterno all’impresa con il compito di promuovere la marca in modo positivo. Ragionando su questa definizione, chi è il miglior candidato a rappresentare un’azienda in modo soddisfacente, trasparente e reale?
La risposta è un dipendente. O meglio, un dipendente soddisfatto. E questa definizione implica due approfondimenti: prima di tutto, un dipendente per farsi portavoce di un marchio deve realmente credere in ciò che fa, per questo è necessaria una cultura aziendale forte e identificativa. In secondo luogo, l’attributo “soddisfatto” prevede che i dipendenti siano appagati, capiti e messi nella condizione di trasmettere all’esterno tutti i benefici che traggono dalla propria azienda.
Proprio così, un dipendente che diventa ambassador dell’azienda porta credibilità con un duplice moto: attira i talenti esterni e coinvolge i colleghi con la propria motivazione quasi contagiosa. Sembra semplice, vero? Non resta che iniziare.
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