Tutti vorremmo essere una mucca viola (in un mondo a tinta unita)

Avete mai visto una mucca viola (oltre a quella della Milka)? Scommetto di no. Ma quanto sarebbe bello passeggiare per la campagna e distinguere tra la massa una mucca interamente viola che ci conquista a colpo d’occhio?

Diciamoci la verità, tutti ci soffermeremmo a guardarla, fotografarla e contemplarla. Perché è bella, strana, affascinante. E soprattutto perché tutte le altre mucche sono bianche o marroni.

Essere una mucca viola al giorno d’oggi significa pensare in modo straordinario, inteso non come qualcosa di utopico e irraggiungibile, ma letteralmente come “ciò che emerge dal consueto, ciò che si fa notare e che fa parlare di sé”.

Questo “Marketing dello straordinario” è un concetto applicabile alla maggior parte delle aziende che cercano di farsi notare in un mercato praticamente saturo. Come si trova quell’effetto wow in grado di suscitare interesse e conquistare il consumatore finale? Prima di tutto, con una chiara corporate identity. Il tratto distintivo di ogni azienda è insito nel prodotto che offre, o almeno dovrebbe, la vera sfida è scoprirlo. Poi, sicuramente, una mission chiara e identificativa (per davvero): se non abbiamo dei valori in cui credere realmente, come possiamo convincere gli altri? La metafora della mucca viola è un concetto vincente (e utile) se si pensa che per emergere dalla massa sia necessario conoscere e far conoscere al meglio se stessi e la propria azienda, attraverso tutti gli strumenti in grado di valorizzare la nostra unicità.

Francesca Camboni