Essere come bambini

Mi piacerebbe riuscire ad esprimere, senza essere prolisso, il modo in cui un marketer “puro“ affronta il processo creativo, dal primo appuntamento alla reportistica finale. Questo ti aiuterà a capire come nasce un vero piano di comunicazione.

Ho lavorato sette anni a fianco di un grande fotografo, abbiamo viaggiato e ritratto diversi imprenditori famosi. Quello che mi affascinava di lui era la sua capacità, entrando nella stanza, di capire nell’arco di un istante come avrebbe fatto la foto: la posa, l’interazione con gli oggetti, la posizione del soggetto, il tipo di emozione che doveva esprimere la foto, la luce. Mi sono domandato per anni come facesse. Ovviamente la sua spiegazione era “La differenza tra noi creativi e gli altri è che noi abbiamo qualcosa che loro non hanno”. in pratica, quella roba lì, o ce l’hai o non ce l’hai.
In parte è vero, ma forse ho capito il metodo per andarci quasi vicini.

Il metodo è semplicissimo: quando entri nell’ufficio del cliente, devi entrarci in assenza di pensiero. Il che, detto così, è come dire a uno che non ha mai meditato che per meditare basta chiudere gli occhi e non pensare a nulla. È difficile, ci vuole allenamento, tanta esperienza.

Un modo per cogliere l’essenza di quello che vi sto dicendo è osservare i bambini, soprattutto quelli molto piccoli: loro non hanno ancora sviluppato la capacità di intellettualizzare le esperienze e quindi, per spiegarsi le cose che vedono, sentono. Cioè percepiscono, si ascoltano. Le loro sensazioni e le loro emozioni gli parlano. Il Marketer “puro“ fa questo.

Entri nella stanza dell’imprenditore come se fossi un bambino, e davanti ti trovi questo signore, con i capelli bianchi, la barba lunga e gli occhiali tondi; forse ti ricorda qualcuno, assomiglia ad un esploratore dell’Africa. Ti sorride, è vestito bene ma indossa le scarpe da tennis. Sulla scrivania ha una lampada che sembra quella della nonna, Però la cosa che ti attrae sono le statuine scure che ha nella vetrina. Sembrano gli animali del Libro della Giungla. Caspita, allora è davvero un esploratore! Beh glielo chiedi. “Mi sembri un esploratore” gli dici. E in effetti scopri che ha una passione incredibile per l’Africa. Bene, hai scoperto una cosa fondamentale, perchè è esattamente dove andrai a risvegliare il suo io. La sua passione più grande sarà la molla che, se sfruttata intelligentemente, potrebbe dare vita ad un piano di comunicazione in cui l’imprenditore e i dipendenti si sentiranno rappresentati, in cui loro stessi saranno parti attive, partecipi ed entusiasti.

A questo punto oltre all’intuito entra in gioco la tua esperienza, che ti farà dire se la strada è percorribile anche in termini di mercato. Farà breccia sul pubblico? I clienti capiranno? Apprezzeranno? L’esperienza del marketer è al contempo motore e freno, emozione e metodo, razionalità e irrazionalità. L’eccellenza del marketer sta nel saper dosare ed equilibrare queste forze.

Da qui nasce un piano di comunicazione.
Il resto è storia.

Fabio Riccardi